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Attrazione, Davide Volpi

La pelle scura, scolpita dal sole,
le sue morbide labbra rosa, che spingono al desiderio.
Nulla più bello esiste di una persona che ti attrae,

che ti fa girare la testa e battere poderosamente il cuore.
È la bellezza che si fa forma,
che si esprime in movimenti sinuosi, a volte inaspettati,

anche se non sempre sono voluti e con un fine che si fa conscio.
Come le splendide cosce lisce ed abbronzate

che ti spingono a quell’ oltre che non ti è permesso osare,

ma al più solo desiderare come meta per un futuro che forse sarà.
Ed i seni, coperti ma morbidi al contempo, ti riportano all’ infanzia,

al tempo dell’abbraccio e della dolce stretta a sé.
Tutto termina nello sguardo, due occhi nero profondo;
ti fissano riflessivi, a tratti ammalianti
e torni a sognare il primo contatto.

Attrazione, poesia di Davide Volpi – commento di gop

Una poesia che risveglia il corpo del poeta a partire dall’incontro reale e sognante con la seduzione di un corpo femminile. Forse proprio perché per Lacan “non c’è rapporto sessuale”, che l’attrazione è il perno del reale del corpo che, con il suo sguardo, si gioca il piacere che accudisce inseguendo l’oggetto causa del desiderio.

Ecco allora una bella descrizione vivida di quel corpo che, a poco a poco, svela tutti gli oggetti parziali del desiderio che lo sguardo su una donna riesce a catturare, a contemplare, ad assaporare. Un modo per sottolineare il piacere di perdersi in tutti i particolari che si incontrano con la vista che non vede se non perché sogna già “la pelle scolpita dal sole, le labbra morbide che spingono al desiderio …..”. La persona che ti attrae ti parla attraverso dettagli del suo corpo ed il tuo sguardo palpita all’unisono ed in modo poderoso con il tuo cuore sospeso e passionale. È sempre il tuo sguardo che forma anche la bellezza, una forma che indugia sui movimenti stessi, “sinuosi e inaspettati“, appaiono evidenti senza essere subito consapevoli e coscienti. Particolari sensuali che alimentano il desiderio causandolo e sostenendolo in un al di là del tempo, come a rinviare la realizzazione per non farla mai finire. L’oggetto causa del desiderio annoda il tempo dell’infanzia a quello dell’adulto, in un legame profondo tra sguardi intensi e il rispecchiarsi che fa anche rima con “ammaliarsi“. Grazie.