Nel Campo che non c’è, Simona De Carli
Nel campo che non c’è.
Un giorno ho dipinto il cuore,
smarrito tra le rugiade dei sentimenti,
correva in un prato libero
inebriato dal profumo fresco
dei fiori di campo,
fermo e silente
quasi a voler dire
che il valore dell’amore
non porta prezzo,
non ha tempo e logica,
pervade la mia mente
e la ruba senza darmene conto.
Nel campo che non c’è
io ti ritrovavo e
mano nella mano
lo attraversavamo.
Nel campo che non c’è, lettura e commento di Giuseppe O. Pozzi
Ritrovarsi nel campo che non c’è è dare evidenza poetica dell’amore che offre ciò che non si ha.
In questa mancanza, un ritrovamento esistenziale ed essenziale che inebria e rasserena a un tempo.
Le metafore annodano tutti gli elementi che un pittore e la natura possono mettere insieme come a costruire una ghirlanda infinta di sorprese narrative e suggestive che tengono in sospeso lo spirito ed esaltano i corpi che si incontrano. Sono loro che, mano nella mano, attraversano il campo che non c’è.
È così che si può bucare il fantasma che tiene i corpi prigionieri in un tempo dalla logica appesantita e trovare la strada per andare oltre.