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Scienza e ricerca unite per combattere la denutrizione

fotoRuvumaMettere fine alla denutrizione nei Paesi in via di sviluppo: è il tema del workshop che si terrà il 9 maggio a Cascina Triulza, presso l’Università di Parma, dove sarà presente anche il Dottor Giuseppe Travaglini (direttore scientifico di Associazione Ruvuma Onlus e Presidente dell’Alleanza Ospedali Italiani nel Mondo) per raccontare come la nostra Associazione funge da facilitatore al progetto che verrà presentato nel corso dell’evento.

Progetto che si riassume in due parole: Pappa di Parma, una crema energetica composta da arachidi, noci di cocco, anacardi, olio di palma, zucchero e vitamine.
Il prodotto, altamente ipercalorico e iperproteico e fatto con elementi coltivati a livello locale, ha l’obiettivo di prevenire e curare la malnutrizione, soprattutto quella infantile. Due anni di implementazione di questo alimento in Senegal e in Zambia, infatti, hanno dimostrato che nell’arco di 14/30 giorni i bambini denutriti, alimentati con la Pappa di Parma, hanno recuperato il proprio peso corporeo raggiungendo i valori normali in maniera duratura.

La necessità di portare avanti studi sul tema è arrivata in seguito a un dato allarmante: in Sierra Leone il 38% dei bambini al di sotto dei 5 anni è denutrito (dati UNDP) e ha scarse possibilità di sopravvivenza.

logoRuvumaDurante il workshop si parlerà anche di pratiche sostenibili in agricoltura che potrebbero dare una svolta epocale per risolvere il problema dell’erosione dei suoli e del riscaldamento globale.
Sia i residui agricoli che la biomassa delle foreste possono infatti essere convertiti in fertilizzante e combustibile mediante la produzione di biochar, comunemente chiamato carbone vegetale, attraverso un processo di pirolisi, ovvero la combustione di biomassa in condizioni di assenza o presenza limitata di ossigeno.
Oltre a essere un mezzo formidabile per migliorare la fertilità del terreno, il biochar è inoltre, secondo molti scienziati, l’unica azione concreta in grado di attenuare il processo di inquinamento da CO2 dell’atmosfera contrastando l’effetto serra.

Il progetto – proposto dall’Università di Parma in collaborazione con quella di Modena e le Onlus Mani e SoBi (Parma), Feeda (Senegal), Fass Diom (Senegal), Mwanakuseka Fountation (Zambia), fornisce un approccio che mira non solo a curare la malnutrizione, ma anche ad offrire corsi di formazione gratuiti su come gestire questi impianti di pirolisi e come preparare Pappa di Parma previsti per gli immigrati residenti in Italia interessati a tornare nei loro Paesi di origine.

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